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Un
po' di storia.. la nostra Comunità ecclesiale vive la Fede Cristiana
da più di 500 anni.
a
cura di Proverbio Giuseppe
La parrocchia dei
santi Cornelio e Cipriano di Cerro Maggiore fu registrata con atto notarile
da Ottavio Lampugnani in data 6 marzo 1579.
Con
tale documento la comunità fu chiamata ad assumersi l’obbligo
di fornire in perpetuo al parroco casa e beneficio, consistente in poche
staia di frumento, segale, granoturco e di vino.
Il
parroco di quel tempo si era lamentato con l’arcivescovo sia perché
i nobili non davano niente (nobiles non solvunt) sia perché i
contadini non consegnavano quanto era stato pattuito.
Carlo
Borromeo non poteva tollerare che un suo parroco fosse privato dei diritti
sugli alimenti e intervenne con un suo decreto.
Risulta
evidente che la comunità cerrese di allora fosse povera, nonostante
la presenza dei nobili. Inoltre la chiesa era malandata.
La
presenza di un parroco in paese con dovere di residenza e con diritto
di esercitare le sue funzioni risaliva a don Pompeo Crivelli, parroco
dal 1553 al 1573, il quale ebbe l’onore di ricevere il Cardinale Carlo
Borromeo in Visita Pastorale il 21 aprile 1570. (Archivio della Curia
di Milano, Vol.5, Quad.11)
Secondo le direttive dell’Arcivescovo, in questo tempo, nacque la Confraternita
del SS. Sacramento, guidata da un laico con il titolo di Priore.
Seguì
don Francesco Bertoglio (1574-1578) che, in conformità alle disposizioni
del Cardinale, redasse lo “Stato delle anime” il 25 maggio 1574, un
censimento che ci permette di sapere che a Cerro abitavano 737 persone,
di cui si conosce il nome e il cognome, distinte in 95 famiglie. Famiglie
quali quelle dei Carpano, Alberti, Dell'Acqua, Lazzà, Legnani,
Selmi, Binaghi, Bonomi, Crivelli, Bertani, Lampugnani, Proverbio, Lavazza,
Testori, Turri, Ponti, Rimoldi, Vergani, Almasio, Abbiati, Morelli,
Cozzi, Corbella, Cerrini, Rossi, Farè, Paleari, Provasi, Maggiolini,
Visconti, Battaglia, Albuzzi, Gorla, ecc. (famiglie, per la maggior
parte, presenti ancor oggi nel nostro paese)
A
costui successe don Giuseppe Ferrari (1578-1581) che si assunse la gravosa
iniziativa di costruire una nuova chiesa parrocchiale a una sola navata,
lunga metri 13 e larga metri 9, con un altare centrale e due altari
laterali e un campanile.
Nella seconda visita pastorale ( 8 ottobre 1583) Carlo Borromeo consacrò
una campana per il campanile, su cui era incisa un’invocazione di intercessione
ai santi patroni.
La
chiesa, a lavori ultimati, fu visitata dal Cardinal Federico Borromeo
(cugino di San Carlo) che venne a Cerro il 17 giugno 1596. Il Cardinale
si lamentò di non trovare un sagrestano (ob inopiam) a causa
della povertà della chiesa parrocchiale.
Nel
secolo successivo, per quanto riguarda la chiesa parrocchiale, a causa
delle carestia e della peste, ci furono solo dei miglioramenti relativi
alla decorazione della chiesa e del battistero e la costruzione della
casa parrocchiale dietro la chiesa, collegata ad essa da un portico
sostenuto da imponenti colonne.

La
costruzione religiosa più importante del 1600 fu la chiesa di
San Giovanni Battista, voluta dalla Confraternita del SS. Sacramento,
innalzata sopra un terreno donato dai Nobili Lampugnani.
A Cerro vivevano circa 800 persone.
Fu
l’aumento della popolazione intorno al 1730, che raggiunse i 1200 abitanti,
a far sentire al parroco don Alessandro Bonomi (1737-1761) la necessità
di una nuova chiesa parrocchiale.
Così
sorse l’attuale chiesa tra il 1739 e il 1778, in stile barocco, su disegno
dell’architetto milanese Giovanni Angiolo Caslini e con l’aiuto del
nobile Carlo Corneliani, Presidente della Fabbriceria della Chiesa e
Priore della Confraternita del SS. Sacramento. Divenne una preziosa
testimonianza della fede di un popolo, che lavorò a costruire
la sua chiesa anche in giorno di festa, naturalmente con l’autorizzazione
del vescovo.
La
prima descrizione della chiesa risale al Cardinale Giuseppe Pozzobonelli,
venuto in visita pastorale il 2 maggio 1761. Si trattava di una chiesa
a una sola navata, con quattro cappelle laterali, dedicate a San Carlo
(quadro che raffigura San Carlo che comunica San Luigi), al Santo Crocifisso,
a San Giovanni Battista e alla Madonna del Rosario. Il campanile possedeva
tre campane e un orologio. Sulla piazza del campanile, addossato alla
chiesa, fu costruito il “mortorio”, in quanto ivi si trovava l’antico
cimitero.
Nel
1763 la nobile famiglia Bianchi D’Adda donò alla chiesa le 14
Stazioni della Via Crucis, tuttora esistenti.
Nel 1769 don Alessandro Vitelli fece decorare le cappelle da un pittore
milanese, un certo Schieppati. 
Nel 1796 il parroco Don Baldassare Taverna fece costruire due pulpiti
in legno dorato dai valenti artigiani del paese e, nel medesimo anno,
invitò l’Arcivescovo di Milano Mons. Filippo Visconti per i riti
della consacrazione della chiesa.
L’opera
più importante realizzata nel XIX secolo fu la costruzione di
un nuovo altare, che fosse adeguato alla grandezza della chiesa. Nel
1842, su progetto dell’Architetto Chierichetti di Milano, venne realizzato
un maestoso altare con marmi pregiati, come il marmo bianco di Carrara
e il verde di Varallo. Il costo dell’opera fu pagato interamente dalla
Nobildonna Antonia Albuzzi. Il parroco Don Giovanni Battista Bergomi
(1828 – 1859) volle arricchire il presbiterio della chiesa con altre
opere d’arte di Serafino Zucchi di Milano, quali la Croce argentata
e dorata dell’altare maggiore, la porticina dorata del tabernacolo che
raffigura l’offerta dei pani di Melchisedech (1847), il palio che raffigura
l’Ultima Cena (1847) e le grandi statue di Davide e Mosè in rame
dorato (1847), ora rimosse. L’ultima grossa spesa di don Bergomi fu
l’acquisto di un grande organo, inaugurato il 26 aprile 1850 da Francesco
Pezzoli di Monza.
Un’altra
opera significativa del 1800 per la chiesa parrocchiale fu il concerto
di sei campane ordinate dal parroco don Aquilino Marelli (1859 – 1894)
alla Fonderia “Mazzola” di Valduggia nel marzo 1888.
Con
l’avvio del XX secolo gli abitanti di Cerro Maggiore erano diventati
2692. Tra il 1901 e il 1911 gli abitanti divennero 3773 anche per merito
dell’impianto di numerose industrie che portarono lavoro e benessere
alle famiglie. Per questo motivo il parroco don Luigi Oltolina affidò
l’incarico di studiare un ampliamento della chiesa parrocchiale all’Ing.
Cecilio Arpesani.
Ma, a causa del trasferimento del parroco a Fermo e dei dissidi tra
il parroco e la Giunta Comunale, il progetto fu accantonato.
Nel
1908 Don Luigi Oltolina pensò di dedicare la prima cappella a
destra della chiesa ( già intitolata a San Giovanni Battista)
alla Vergine Immacolata di Lourdes, riproducendo in piccolo una nicchia
a forma di grotta.
Nel
1926, per interessamento di don Giovanni Oltolina (1919 – 1950), fratello
di don Luigi e suo successore, fu terminata la facciata della chiesa,
la cui parte superiore era rimasta a mattoni a vista. La spesa fu sostenuta
dagli industriali tessili Gaetano e Felice Dell’Acqua a memoria del
padre Luigi.
L’ampliamento
della chiesa parrocchiale avvenne tra il 1967 e il 1969 per opera del
parroco don Vittorio Branca (1950 – 1969) e fu realizzato dall’impresa
cerrese Stevenazzi. L’altare, costruito secondo le regole conciliari,
rivolto al popolo, fu donato dall’industriale Eugenio Carugo.
Il
parroco don Guido Croci (1969 – 1974) attuò la pavimentazione
in granito rosa e rosso della navata, opera della ditta Bellaveduta
di Cerro. Nel 1973 Mons. Marino Colombo consacrò la chiesa e
il Cardinale Giovanni Colombo consacrò l’altare, inserendo la
pietra sacra con le reliquie dei santi: Imerio, Ambrogio e Carlo.
Con
parroco don Romano Cerri (1975 – 1984), fu collocato sulla parete della
cappella invernale nel 1975 il grandioso affresco della Crocifissione,
attribuito a Bernardino Lanino, scoperto per caso, nell’oratorio maschile
da don Antonio Colombo nell’ottobre 1971.
Negli
anni 1989 e 1990 la chiesa si trasformò in un cantiere sia per
il rifacimento del tetto della chiesa parrocchiale sia per una nuova
e luminosa decorazione che mettesse in risalto le linee architettoniche,
come le lesene e il cornicione. L’anno successivo il parroco don Giuseppe
Angiari (1985 – 2008) ha abbellito la facciata collocando tre portali
in bronzo, opere dello scultore bresciano Maffeo Ferrari. Sono state
collocate le grandi vetrate a mosaico nella Cappella invernale con i
temi dei sacramenti e del Battesimo di Gesù e la vetrata coloratissima
del presbiterio con il Santo Crocifisso tra i patroni Cornelio e Cipriano.
Un
prestigioso lavoro di restauro fu quello realizzato, nel 2004, dalla
Società d’Arte San Gregorio di Busto Arsizio, sul Crocifisso
ligneo del 1600. In seguito il parroco ha attuato un lungo lavoro di
risanamento e di restauro nelle antiche cappelle, per salvare dall’umidità
gli affreschi del ‘700.
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| CONSIGLIO
PASTORALE 2016-2020
eletto
il 4 dicembre 2016 in carica per 4 anni
per le Parrocchie di Cerro e Cantalupo
ALBERTI FRANCO*, ALBERTI GIULIA, BANFI MASSIMO, BARZIZZA
GIUSEPPE,
BIANCHI FRANCA*, BIANCHI SIMONE, BOEM JACOPO*, BURATO EGIDIO
CARUGO MICHELA, CACCIA LUCREZIA, COZZI LORENZA, COZZI THOMAS*,
CROCE RICCARDO, CROCI MARISA*, CUTURELLO FRANCO, CUTURELLO MATTEO,
DELL’ACQUA ELEONORA, DIBISCEGLIE DANIEL, DONATI MATTIA, D’ANNA
PAOLA*,
FACCHETTI MICAELA*, GADDA MASSIMILIANO*, GADDA TERESIO*,
GIANAZZA GABRIELLA, GIANI GIANCARLO, KANAI MAYUMI*, LAVAZZA MARTINA,
MAGGIORE MARIA, MAYER VIRGINIO, MERONI BARBARA, PEDRON GIORGIO,
POLI GIOVANNI*, RAMPINI ELENA*, RE FERRE’ ELENA*, TEMPORITI ROSITA,
TERRAVAZZI VALENTINA.
*
Indica chi abita a Cantalupo
Elenco
dei canditati per numero di preferenze
Membri
di diritto
don ROBERTO VERGA
(parroco) - don ANTONIO OLDANI
- don DAVIDE MOBIGLIA - don
PIERANGELO BELLONI
la suora Direttrice e la suora Superiora del Cottolengo
Verbali
del Consiglio Pastorale Parrocchiale ___________________________________________________________________________________________________________________________________
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